mio marito ha vissuto in sud africa e di storie me na ha raccontate molte. la più ridicola (anche se un po' razzista, ma non in senso cattivo!) é stata per l'appunto quando ha passato la frontiera per entrare in Botswana. c'erano due file alla dogana, la prima lunga lunga e la seconda con solo una signora di colore. quindi lui e il suo amico sono andati subito in quella con la signora, ed hanno capito immediatamente il motivo per cui non c'era nessuno. la suddetta signora emanava un profumino, dovuto alla scarsa igiene, un miscuglio di sudore, di savana e l'aroma lasciato dai differenti partner della donna (non so se mi capisci). mi ha detto di non aver mai sentito niente di simile. poi arriva il suo turno e la doganiera gli chiede il nome. mio marito e l'amico con cui era hanno cognomi molto lunghi e difficili da scrivere (sono francesi e di 12, 20 lettere ciascuno) e la ragazza non riusciva proprio a scriverli, pur leggendoli sul passaporto. allora ha chiamato il suo capo il quale, dopo 10 minuti, riesce a scriverli, e tutto soddisfatto li guarda come se fosse riuscito a fare non so che di straordinario.
ma la storia più bella, che secondo me descrive la bellezza e l'unicità dell'africa, é quando hanno dovuto passare una notte in macchina (non ricordo dove e in quale riserva), ascoltando i versi d'amore dei leoni in lontananza. la mattina si svegliano, intirizziti dal freddo della notte e non hanno niente da mangiare, a parte un misero ananas. lo tagliano e cominciano a gustarlo, fresco, dolce e succoso, con il sole che spunta all'orizzonte e che comincia a scaldarli, colorando di rosso, quel rosso che si può vedere solo in africa, la savana, con la sua vita che si risveglia.
buon viaggio!